Il Resto del Carlino | “Vi farò ascoltare il mio corpo”

Luna Cenere . Genealogia - Le radici del corpo ph Andrea Baldassarri
25 Ottobre 2019 – Il Resto Del Carlino Macerata

Lorenzo Monachesi

ilrestodelcarlino.it

“In una cornice come il teatro il corpo può trasmettere molteplici significati e mettere in cresi concetti come bellezza e perfezione, buffo, sbagliato e i loro opposti.” Luna Cenere, danzatrice napoletana, parla del suo Cantiere aperto per “Genealogia. Le radici del corpo” che illustrerà al pubblico domani alle 21.15 all’ Annibal Caro. In questi giorni è in corso il progetto di residenze Civitanova casa della Danza, ideato e realizzato da AMAT con il Comune nelle strutture della città alta. La formula del cantiere aperto permette al pubblico di vedere non tanto uno spettacolo nella sua forma definitiva, ma i materiali che portano alla sua realizzazione e prendere parte alla fase affascinante della sua genesi.

Qual’è stato lo spunto che ha dato il via a questo lavoro?

“Ho iniziato – così Cenere spiega l’ispirazione del lavoro – con la ricerca sul mio corpo per il mio Solo, quel processo ha poi aperto una serie di domande e questioni che non riguardavano solamente me, ma potevano essere benissimo estesi a altri. E allora è stato come naturale aprire la ricerca a più corpi.”

Ma cosa ha di così affascinante il corpo?

“Il focus sul corpo fa parte della mia vita da danzatrice, ora condivido queste ricerca con altri professionisti e amatori per mettere in discussione e in crisi diversi concetti, il modo di pensare il corpo, come esso appare.”

Ci sarà spazio solo alla danza o può entrare a far parte della creazione anche la parola, la poesia, la letteratura?

“Faccio parlare il corpo, che può già dire tantissimo. C’è quindi danza, ma ci sono anche musica e luci, perché anche anche queste ultime sono forme d’arte.”

Che tipo di musica ha scelto?

“A me piace che il corpo si muova in un paesaggio di musica elettronica in cui non ci sono picchi ai quali risponde il corpo. Si tratta di musica astratta, che si poggia sui corpi senza descriverli. Mi piacecreare paesaggi in movimento che non necessariamente abbiano una narrazione al loro interno.”

Perché ha deciso di affiancare a dei professionisti degli appassionati di danza?

“Ci sono comunque persone che vengono da questa professione anche se ora fanno altro, altri vengono dal teatro, dal tango. Mi interessa trovare il territorio di mezzo tra tutte le esperienze, la danza è la trasmissione non verbale ma sensoriale che avviene dentro la scrittura coreografica che è di apertura. Sul palco c’è una comunicazione tra i differenti danzatori in cui si cerca il territorio comune. I professionisti sostengono gli altri che oltretutto affrontano il tema della nudità per la prima volta, a osservare come altri approcciano e riescono ad eliminare il senso di giudizio, il dramma che a volte potrebbe avvolgerci percependoci così vulnerabili e poi dare dignità a un corpo troppe volte giudicato.”

Come riesce a capire che quanto si vede in scena non lasci lo spettatore disorientato perché non riesce a cogliere il messaggio?

“Non pretendo di trasmettere messaggi, già il corpo che si manifesta è un messaggio. Non voglio narrare e non c’è narrazione. Già quei corpi nudi rappresentano un messaggio.”

Luna Cenere Danzatrice Napoletana, dopo i suoi studi alla SEAD Salzburg Experimental Academy of Dance, partecipa alle creazioni di Anton Lacky e Josef Frucek, lavora con la Compagnia Virgilio Sieni ed è ospite di importanti festival internazionali. Insegnante certificata di danza contemporanea alla SEAD, conduce laboratori e classi di improvvisazione. Vive tra l’Italia e il Belgio ed è sostenuta dall’azione Residance XL per il 2019.

25 Ottobre 2019 – Il Resto del Carlino Macerata

Lorenzo Monachesi

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